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Il primitivo insediamento italico vestino esisteva già dal IV secolo a.C.; fu conquistato dai Romani nel I secolo a.C. dopo la «guerra sociale» degli italici contro Roma, e trasformato in municipium. La posizione del villaggio era strettamente strategica per i traffici commerciali lungo la via Claudia Nova, situata nella piana di Navelli, in posizione facilmente collegata con la valle del Tirino, dove si snodavano i traffici dei mercanti e i viaggio dei pastori transumanti verso la Puglia. Nel 1982 sono stati riportati alla luce dalla Soprintendenza diversi reperti archeologici ascrivibili al periodo imperiale della città, come parte del recinto murario con torri, il teatro e il tempio di Apollo. Il centro originario era diviso tra Castel Camponeschi e Villa Prata. Insieme ai borghi di San Demetrio ne’ Vestini e Sinizzo-Stiffe, Prata fece parte della terra «Sinitiensis»; dipendeva insieme a San Nicandro dalla diocesi di Valva. La zona circostante di Prata fu scossa dal terremoto dell’Aquila del 1703, che danneggiò soprattutto i centro principale, e per cui necessitò la ricostruzione degli edifici secondo lo stile dell’epoca. Nel 1863 il comune vedrà cambiato il nome «Prata» a quello attuale «Prata d’Ansidonia» onde evitare omonimie con altri comuni italiani.
Comuni confinanti: Barisciano, Caporciano, Fagnano Alto, San Demetrio ne’ Vestini, San Pio delle Camere
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